La Terra dell’Aquila Maculata racconta nel dettaglio e con passione la vita dei Lakota. Quando Luther Standing Bear, Sicangu e Oglala Lakota, tornò alla riserva Sioux di Pine Ridge, lo sgomento e la rabbia per le condizioni del suo popolo lo portarono alla stesura di Land of the Spotted Eagle. Qui descrive le usanze e le tradizioni dei Lakota, parla dell’organizzazione sociale e politica, della famiglia e della religione, e narra ricordi e aneddoti personali. Standing Bear commenta anche l’importanza delle culture e dei valori dei Nativi in America e il loro status nella società americana. È un’opera provocatoria e polemica, che testimonia quanto lo spirito dell’autore fosse disilluso e amareggiato nei confronti delle politiche del Governo statunitense verso i Nativi Americani. Standing Bear scava a fondo nel pozzo della sua memoria, cercando di portare alla luce ogni preziosa goccia di informazione sul suo popolo. Un grande classico della letteratura nativa americana, tradotto per la prima volta in italiano e annotato da Raffaella Milandri.

Autore: Luther Standing Bear
Curatore: Raffaella Milandri
Titolo: Racconti di Nativi Americani: La Terra dell’Aquila Maculata
Pagg: 296
Lingua: italiano
Formato: 14×21
Copertina: plastificata lucida
Prezzo: 18,00 euro
Edizione: prima edizione 2023
EAN/ISBN: 978-88-31335-47-8

Disponibile anche in ebook: Formato: Epub con Adobe DRM
Prezzo: 9,99 euro
EAN/ISBN: 978-88-31335-48-5

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Luther Standing Bear (1868-1939) fu un capo Oglala Lakota, noto come autore, educatore, attivista e attore nativo americano del XX secolo. Fu tra i primi studenti della tristemente famosa Carlisle Indian Industrial School, in Pennsylvania. Iniziò la sua carriera nel mondo dello spettacolo come interprete e danzatore con il Buffalo Bill Wild West Show, all’inizio del XX secolo. Dal 1910 agli anni ‘30 recitò in diversi film western. Lottò per preservare l’eredità e la sovranità dei Lakota e fu in prima linea per cambiare la politica del Governo nei confronti dei Nativi Americani.
Il curatore: Scrittrice e giornalista, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è esperta studiosa dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Ha pubblicato oltre dieci libri, tutti sui Nativi Americani e sui Popoli Indigeni, con particolare attenzione ai diritti umani, in un contesto sia storico che contemporaneo. Si occupa della divulgazione della cultura e letteratura nativa americana in Italia e attualmente si sta dedicando alla cura e traduzione di opere di autori nativi. Tra le sue opere ricordiamo “Nativi Americani. Guida alle Tribù e alle Riserve Indiane degli Stati Uniti” (Mauna Kea, 2021), una opera completa e aggiornata sul mondo delle tribù indiane oggi.

ESTRATTO: In questo libro cerco di raccontare ai miei lettori come vivevamo noi Lakota – le nostre usanze, le nostre abitudini, le nostre conoscenze e le nostre tradizioni – le cose che rendono tutti gli uomini ciò che sono. Ci sono ragioni per cui gli uomini vivono come vivono, pensano come pensano e si comportano come fanno; quindi, ci sono state forze che hanno reso il Lakota l’uomo che era.
Gli uomini bianchi sembrano avere difficoltà a rendersi conto che persone che vivono in modo diverso da loro potrebbero ancora percorrere la strada della vita verso lo sviluppo e il progresso.
Dopo quasi quattrocento anni di vita su questo continente, è ancora una concezione popolare, da parte della mente caucasica, considerare il Nativo Americano come un selvaggio, cioè un uomo povero nei pensieri e nei sentimenti e crudele nelle azioni; un barbaro, cioè un uomo incapace, quindi privo, di un alto pensiero filosofico sulla vita e sulle sue relazioni.
Per questo “selvaggio” l’uomo bianco ha poco amore fraterno e poca comprensione. Dall’Indiano l’uomo bianco si allontana e si fa da parte, a malapena si degna di parlargli o di toccargli la mano in segno di un rapporto umano.
Per l’uomo bianco molte cose fatte dall’Indiano sono inspiegabili, anche se continua a scrivere molto della sua vita materiale ed esteriore con spiegazioni il più delle volte errate. La vita interiore dell’Indiano è, ovviamente, un libro chiuso per l’uomo bianco.
Perciò dalle pagine di questo libro parlo in nome dei Lakota, la tribù in cui sono nato. Ho raccontato la nostra vita esteriore e ho cercato di descrivere qualcosa della vita interiore: gli ideali, la religione, i concetti di bontà e fratellanza; le leggi di comportamento e il modo in cui ci siamo sforzati di raggiungere obiettivi di uguaglianza e giustizia.


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