Adriano Zanatta, autore del romanzo distopico “Fuga dal Mondo Perfetto“, che sta riscuotendo molto interesse di critica e di pubblico, ci parla di sé e della sua opera. Vive a Treviso ed è laureato in Scienze Politiche. Dopo aver trascorso la prima parte dell’esistenza lavorativa nel sottobosco della finanza, da qualche anno si dedica esclusivamente alla famiglia e alla scrittura. Ha esordito con il romanzo di formazione “L’Inven-zione”, mentre l’anno successivo ha pubblicato un giallo, “Bad Bankers”, ispirato allo scandalo del fallimento delle Banche Venete. “Fuga dal Mondo Perfetto”, il suo terzo romanzo, ha vinto il Premio Letterario Internazionale Charles Dickens per la Sezione Inediti.

1)Presentati, parlaci di te. Chi sei quando non scrivi
A mia totale insaputa, vado verso i 60. Passo la maggior parte del tempo facendo il tassista a mio figlio, d’inverno scrivo, leggo ogni giorno, viaggio quanto possibile. Talvolta, con la giusta compagnia, gioco a scopone.


2)Quale dei tuoi hobby pensi che sorprenderà i tuoi lettori?
A parte giocare a carte, cosa che faccio in genere nel periodo estivo, con la compagnia di amici del mare, non ho altri hobby, a meno che non possa essere considerato un hobby guardare tutto, ma proprio tutto, lo sport in tv, passeggiare con le cuffiette ascoltando un audiolibro, sentire musica o guardare ogni sera un film fino a notte fonda.


3)Quando e come e’ nata la tua passione per la scrittura?
È nata per caso. Sul serio. È cominciato tutto dalla frase “Questa è la goccia che fa traboccare il vaso” sulla quale riflettevo un giorno, seduto alla scrivania del mio ufficio, con un po’ di tempo da riempire. Mi sono “intrippato” su quel ragionamento (i risultati sono annidati da qualche parte, in mezzo al mio primo romanzo) e ho cominciato a scrivere. Le righe sono diventate pagine, poi mi è venuta in mente una storia, le pagine si sono sommate, finché mi è nato lo “spilo” (ho da poco scoperto il significato di questa bellissima espressione sicula, e devo per forza usarla) di vedere se riuscivo veramente a svilupparla e a terminarla. Diciamo che è stato solo un mettermi alla prova. Poi però mi è piaciuto e ho continuato.


4)Che cosa scrivevi all’inizio? Sei stato incoraggiato da qualcuno e se sì, da chi?
Il mio primo romanzo è di formazione e riflette, evidentemente, i sentimenti che covavo sottopelle, dove si nascondeva – ma nemmeno poi tanto – il mio desiderio di cambiare vita. Devo ringraziare mia moglie, però, che mi ha spinto e incoraggiato. Senza il suo sostegno non so se avrei avuto il coraggio di prendere questa strada.


5)Spiegaci il titolo del tuo libro
Fuga dal Mondo Perfetto, secondo me, è un titolo stupendo! E lo posso dire senza sembrare presuntuoso, semplicemente perché non è farina del mio sacco. Un anno fa, infatti, appena terminato il libro, ho inserito la sinossi in CHAT CPT, che era appena nata, per vedere se funzionava davvero bene come raccontavano. A lui (o a lei, o a esso) ho chiesto quale potesse essere il giusto titolo di un libro con quella trama. Non ci ha pensato un attimo (non lo fa mai, in realtà) e la sua risposta è stata perfetta. Per di più, per un romanzo così spostato verso il prossimo futuro, il titolo non poteva che essere creato dall’Intelligenza Artificiale, a conferma che la strada che andremo a percorrere sarà inevitabilmente quella.


6)Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
L’ispirazione è venuta dalla sensazione, sempre più opprimente, della manipolazione di cui siamo vittime, consapevoli o inconsapevoli, da parte dei media. Di qui, ho immaginato un futuro in cui il Mondo veniva diviso in due parti, una più controllata e una più libera. La divisione della società in due parti, lo so bene, non è affatto originale. Ma è solo l’architettura, assolutamente strumentale, all’interno della quale si sviluppa l’intera trama, molto umana e concreta, dove trova spazio la critica per entrambi le soluzioni.


7) Quale parte del tuo libro ti ha dato il momento più impegnativo?
Tutto il romanzo mi è risultato molto impegnativo, in realtà. La storia è abbastanza articolata, si sviluppa parallelamente in due Mondi diversi e opposti ed è immaginata in un prossimo futuro possibile, se non addirittura probabile. Non è stato facile tenere il filo logico e narrativo, per una testa disordinata come la mia.


8) Il tuo libro ha subito cambiamenti significativi rispetto alla prima stesura?
No, assolutamente, se non per piccole questioni formali. Quello che ho imparato in questi anni di scrittura è stato proprio questo: non scrivere mai qualcosa, nemmeno un capitolo, se non è utile alla storia, così da non doverti poi ritrovare a correggerla in modo sostanziale o addirittura a cancellarla. In quest’ultimo caso, è una doppia sofferenza, perché cancellare qualcosa che hai scritto fa male al cuore.


9)Quali sono gli elementi della scrittura più importanti per te?
Io amo i dialoghi. Non so se sia un pregio o un difetto, ma la storia che mi si disegna in testa, ogni volta, nasce sempre dall’interazione tra due personaggi che discutono, approfondiscono e sviscerano qualche tema o azione, lasciando sempre poco spazio – forse troppo poco – alla parte descrittiva dell’ambiente e dei personaggi. Ma questo succede perché cerco di scrivere come mi piace leggere; e quando leggo, sono sincero, le descrizioni mi annoiano da morire. Magari è una pecca, ma non ci posso fare niente…


10)Come porti emozioni nelle tue scene?
Immedesimandomi completamente nei protagonisti del romanzo. Quando due attori interagiscono e magari si confrontano e discutono, io entro ed esco da ciascuno di loro come se ognuno di loro fossi io in quel momento. Quando disegno i personaggi, in genere, attribuisco a ciascuno di loro delle caratteristiche, talvolta simili alle mie, talvolta a quelle di persone a me vicine, talvolta a quelle di sconosciuti più o meno stereotipati. Di certo, mentre scrivo, io non so mai come va a finire quel confronto, perché quella è una discussione vera, dentro la mia testa, e ognuno di quelle voci vuole avere ragione. Naturalmente, chi legge, tende a immaginarmi sempre nei panni del protagonista, ma non sempre ha ragione.


11) Cosa diresti per invitare alla lettura del tuo libro?
Al di là della trama, della quale ovviamente non parlo, penso che questo romanzo possa essere stimolante per lo scenario che fa da sfondo. La tematica dominante, infatti, riguarda il progresso, la sua velocità e la nostra capacità di assecondarlo.


12) Uno scrittore e’ prima di tutto un lettore, che genere prediligi?
Faccio prima a dire cosa non leggo: i gialli, i rosa, i fantasy e gli horror. Per il resto, a patto che sia ben scritto, leggo di tutto, ovviamente privilegiando i classici russi, dai quali nessun lettore che si consideri tale, in genere prescinde. Ma è la forma che mi conquista, più della trama, soprattutto nei contemporanei.


13) I social media hanno un ruolo importante per te come scrittore?
Non più di tanto; in fin dei conti sono l’ultimo dei Boomer.


14) Cosa diresti a un autore che vuole pubblicare il suo primo libro?
Di farlo, assolutamente, perché la soddisfazione intima di vedere pubblicata una storia creata da te è impagabile e ancor di più lo è incontrare qualcuno a cui è davvero piaciuto quello che hai fatto. La molla però deve essere la passione e l’obiettivo esclusivamente la soddisfazione personale, così non si rischia di rimanere delusi.

Fuga dal Mondo Perfetto di Adriano Zanatta

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